Carl Gustav Jung (1912-1976): Inconscio collettivo e il valore degli archetipi, la valenza simbolica come motore alle reazioni del corpo. Il processo di individuazione ovvero di nascita della persona intesa come essere unico e speciale. Il trauma per Jung risiede nel presente (focalizzandone gli effetti tutt’ora presenti e attivi, e perciò da risolvere, nonostante l’evento sia accaduto nel passato) mentre per Freud restava memorizzato nel momento in cui era accaduto, cioè in una fissazione pregressa. Anima/Animus, cioè le componenti dualistiche, lo Yin/Yang della Medicina Tradizionale ed Energetica Cinese, che si compenetrano dinamicamente. I tipi psicologici razionali di pensiero e sentimento, irrazionali di sensazione e intuizione, tutti ulteriormente declinati o mediati da caratteristiche di introversione/estroversione.
In particolare, queste tipologie possiamo confrontarle in modo impressionante con le caratteristiche proprie degli Elementi in Medicina Tradizionale Cinese:
o Acqua / Rene (corporeità) = Sensazione
o Legno / Fegato (affetti ed emozioni) = Sentimento
o Metallo / Polmone (ispirazione, confine) = Intuizione
o Terra / Milza (pensiero, ragionamento) = Pensiero
o Fuoco / Cuore (armonia, identità) = Conjunctio (equilibrio dei 4 principi)
Come nel ciclo di Generazione della MTC, il processo di Individuazione di Jung segue la stessa progressione :
Sensazione : equivalente all’ES, il risveglio dell’IO dall’ES (inconscio indifferenziato).
Sentimento: presupposti dell’auto individuazione, sentimenti, spontaneità, bisogno di affermazione
Intuizione: confronto con l’altro, con il prossimo, con la società (io-tu)
Pensiero: superamento dell’IO, per l’identificazione con io-noi, oltre l’io-tu; motivazione del “noi”
Congiunzione: principio guida oltre l’individuazione, “Es-io-tu-noi” realizzati e racchiusi nel sovraordinato, nel Sé, archetipo principale, unione di conscio e inconscio, intimo centro della personalità e totalità psichica; l’IO non è più al centro della persona, ma ruota attorno al Sé.
Come disse un indiano Hopi a Carl Gustav Jung (1875-1961) “Ora gli Americani dicono che i pensieri vengono dalla testa, sono dei pazzi ! Tutti sanno che ogni uomo saggio pensa nel cuore.”
Un altro interessante concetto espresso da Jung (1950) è quello della cosiddetta “sincronicità”, in altre parole eventi apparentemente disconnessi tra loro sono invece parte di un significato comune, che stabilisce l’esistenza di un nesso o senso comune che regge gli eventi. In contrapposizione con la teoria della serialità, cioè di causa – effetto lineari, il saggio di Jung sugli eventi sincronistici, è il risultato di trenta anni di ricerche sui fenomeni sincronistici (basti ricordare gli episodi della scarabeo, del vulcano, dello stormo di uccelli) cui hanno contribuito i fisici Wolfgang Pauli e Ernst Jordan. Contrappeso al principio di causalità, la “sincronicità” è un modello di pensiero per comprendere processi non razionali e non causali, il tentativo (che verrà poi ampiamente ripreso in tempi recenti dalla Fisica Quantistica) di individuare un nesso per l’ordinamento a-causale degli eventi. La sincronicità, che presuppone un senso a priori in rapporto alla coscienza umana ed ai suoi eventi ed un senso che esiste al di fuori dell’uomo, non va confusa con sincronismo, che rappresenta invece la semplice contemporaneità di due eventi. Sincronicità, quindi, come simultaneità di un certo stato psichico con due o più eventi esterni che appaiono paralleli e significativi.
Allora si può porre la domanda: “Il coordinamento dei processi psichici e di quelli fisici nell’essere vivente non andrebbe inteso come un fenomeno sincronistico, anziché come una relazione causale ?” Se nelle macro grandezze, il principio della causalità è valido, non lo è più nella sfera delle grandezze minime, delle particelle elementari, visto che queste ultime non si comportano più in modo conforme alle leggi naturali della fisica classica. La Teoria dei Quanti ha ormai dimostrato che la materia possiede una duplice natura, energia sotto forma di onda elettromagnetica, e materia sotto forma di corpuscolo. Se la materia (corpo) non può essere separata dall’energia (psiche), perché espressione di una stessa entità, vuol dire che la nostra distinzione è arbitraria e che in realtà rappresentano due manifestazioni possibili di un universo unico, l’universo psico-fisico, che rappresenta la visione psicosomatica.
Dottor Romeo Barbieri
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